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IL CAMMINO IN  COMUNITA'

Siamo certe che sia lo Spirito Santo a radunarci in questo nostro monastero di Concenedo di Barzio e ne sperimentiamo la vivacità e la ricchezza nel nostro quotidiano: radunate da una comune chiamata eppure tutte diverse!
Con la stessa trepidazione con cui siamo giunte noi al Carmelo, accogliamo le giovani che vogliono condividere questa vita evangelica. Tentiamo di comprendere con quali intenzioni guardano al monastero e quale sia la loro struttura umana. Per questo si esigono tempi più o meno lunghi, legati alle circostanze familiari, di studio o di lavoro della giovane che aspira al Carmelo.
Se, cammino facendo, si dimostra utile trascorrere in monastero un periodo di prova, la Madre Priora lo propone al Capitolo delle sorelle, che ne valuta la richiesta e liberamente può acconsentire o rifiutare.


IL PROBANDATO

Il primo periodo di accostamento ed inserimento nella vita carmelitana si propone di far conoscere il nostro stile di vita, di orazione, di ascolto della Parola, di relazione fraterna, di studio, intessuto di silenzio e solitudine. La sorella carmelitana, detta maestra, incaricata di questo approccio, guida la giovane interiormente per comprendere le sue intenzioni e per verificare il cammino compiuto.
Se, dopo circa un anno, la probanda si rende conto che il Signore davvero la vuole carmelitana, presenta una domanda al Capitolo della comunità per chiedere di condividere la vita monastica e conoscerne la Bellezza.
Se la domanda viene accolta la probanda si preparerà ad entrare in noviziato.


IL NOVIZIATO

La probanda entra nel periodo di noviziato (uno e due anni) indossando l’abito carmelitano con il velo bianco, apprende a conoscere e a vivere la Regola Carmelitana, le fonti primitive della sua tradizione. La Parola di Dio ne guida i passi quotidiani e Teresa di Gesù e Giovanni della Croce la forgiano con il loro insegnamento quale eremita monaca.
In piena libertà di spirito la costruzione della persona si evolve e si purifica, diventa trasparente all’azione dello Spirito. Il ritmo, distinto fra preghiera, lavoro e studio, scandisce la giornata nei suoi due tempi principali: vita di cella e vita fra sorelle.
A grandi passi la novizia si avvicina al momento della Professione temporanea, cui può accedere se il Capitolo del monastero la ritiene idonea a condividere la vita carmelitana teresiana.


LA PROFESSIONE TEMPORANEA

La novizia conclude il periodo di noviziato il giorno in cui emette, per un anno, i voti di povertà, castità e obbedienza, diventando a tutti gli effetti spirituali e giuridici pietra viva della famiglia carmelitana.
Il ritmo appreso in noviziato diventa un respiro quotidiano che dilata gli spazi e i tempi, sempre seguita dalla maestra la professa temporanea valuta se la sua esperienza monastica sta assumendo i contorni della possibile definitività.
La professione temporanea infatti si rinnova per altri due anni e poi la comunità è chiamata a decidere se la domanda, liberamente presentata dalla sorella, possa ricevere il dono della professione solenne.


LA PROFESSIONE SOLENNE

Con la professione solenne, cioè emettendo i voti di povertà, castità e obbedienza, per sempre, fino alla morte, la professa temporanea diviene professa solenne avendo accettato il dono dell’alleanza che il Signore le offre.
Da quel momento, tutto in monastero diviene comune e le sorelle diventano le persone con cui salire per sempre il Monte Carmelo e vivere l’annuncio evangelico.

Cammino in comunità: Chi sono
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